venerdì 12 novembre 2010

La Catarsi

Sono le 17.25 di un venerdì apparentemente qualunque.
Un "venerdì qualunque" è però un'espressione che può utilizzare solo chi non lavora in ufficio.

Per chi - come me - passa di media 9 ore per cinque giorni di fronte a uno schermo e con un telefono in mano (fa l'impiegata, ecco, termine che ormai pare un insulto visto che tutti si sono trasformati in manager di qualcosa), per tutti gli impiegati insomma, il VENERDI' si pensa in maiuscolo, è sacro, ha un effetto catartico sulle nostre povere menti attanagliate dal pensiero del cartellino da  timbrare, della email a cui rispondere, della telefonata da fare, del capo da sopportare.

E' uno di quei giorni in cui si può uscire dopo le otto giuste ore di lavoro quasi senza essere sospettato di sovversione contro l'azienda. Quasi.
E' pure quel giorno in cui tutti i più o meno frustrati impiegati milanesi possono riversarsi sul Naviglio molto più pimpanti rispetto agli altri giorni della settimana, perché hanno trovato pure il tempo di tornare a casa a cambiarsi invece che fare aperitivo in giacca e cravatta o tailleur d'ordinanza.

Venerdì...una liberazione per tutti!

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